Qualche giorno fa il collega Giuseppe Crimaldi (al quale oggi facciamo tutti gli auguri per il suo 40° compleanno Ndr) con questo articolo ci ha informato dell’ultima novità in casa H3G.
In effetti la compagnia ha apportato diverse modifiche tariffarie, peggiorative per i clienti ovviamente, ma probabilmente quello che colpisce la maggior parte è appunto la tariffazione del servizio “Ti ho cercato”. Servizio gratuito che dal 26 luglio prossimo diventerà a pagamento.
La cifra non è proibitiva, “solo” 90 centesimi di euro al mese, tuttavia non si può non notare che anche la Tre si è accodata al comportamento delle “consorelle”. Dal 21 luglio scorso TIM e Vodafone, e successivamente dal 15 dicembre anche Wind, infatti già avevano operato tale scelta addebitando con modalità e tariffe diverse, ai clienti il costo del servizio di alert per mancata ricezione delle chiamate.
E’ lapalissiano e balza subito agli occhi un cambiamento comune che, non sappiamo se frutto di una sorta di cartello, ci auguriamo vivamente di no, ma sicuramente di una manifesta incapacità dei gestori di telefonia mobile di generare profitti con servizi nuovi ed innovativi evitando di portare a tariffazione quelli resi gratuiti fino ad oggi, ribaltando sui clienti una staticità che li penalizza oramai da diversi mesi.
Il trend, più marcato che mai ultimamente, è tagliare i costi ed aumentare i profitti. E anche nel primo caso, la parte debole della filiera accusa il colpo, precariato, delocalizzazioni selvagge, qualità dei servizi di supporto appena sufficiente e spesso nemmeno quello, nel secondo caso la storia si fa un po’ più difficile, internet ha dato un duro colpo con i sercizi Voip alla fonia, ma anche e soprattutto alla messaggistica. Colpo al quale non si sono preparate. E si tenta quindi di raschiare la pentola.
Tutto ciò per mancanza di innovazione, incapacità di capire ed anticipare il mercato nonostante le posizioni dominanti. Posizioni che agli albori di internet, non moltissimi anni fa, menti geniali al loro interno sfruttarono per contrastare degnamente per lungo tempo servizi di colossi come ICQ, MSN Messenger con un più nostrano C6, che per moltissimo tempo ha brillato di luce propria.
Bei tempi allora, la rete offriva nuove possibilità, le compagnie erano pronte ad investire ed a coglierne i frutti, senza vendere l’albero come legna da ardere.