Da un recente studio sulla sicurezza dei dati aziendali svolto da Aruba Networks, azienda leader nelle infrastrutture mobile di nuova generazione per l’azienda mobile, è emerso che le imprese non sono ancora in grado di affrontare i pericoli causati dal comportamento della #GenMobile.
Secondo lo studio ‘Securing #GenMobile: Is Your Business Running the Risk?’, condotto a livello internazionale che ha coinvolto più di 11.500 lavoratori di 23 Paesi, è emersa la propensione da parte dei dipendenti a condividere dispositive e informazioni, con forti conseguenza per la sicurezza dei dati e sistemi personali e aziendali.
I fattori che influenzano direttamente la sicurezza dei dati aziendali sono: le differenze di età, sesso, livello di reddito, settore e posizione geografica.
Secondo Aruba Networks tre sono gli artefici che indicano come la #GenMobile stia influenzando comportamenti pericolosi nel mondo del lavoro che hanno risvolti sia positivi che negativi per le singole aziende.
- Condividere è la norma: sei dipendenti su dieci condividono regolarmente dispositivi personali e di lavoro con altre persone. Quasi un quinto degli intervistati non protegge i dispositivi con password, il 22% dei dipendenti ha dichiarato di non avere preso misure di sicurezza per facilitare la condivisione. I dati relativi al piano globale restano confermati anche per l’Italia dove, in particolare, il 23% di chi non usa password sostiene di farlo per poter condividere più facilmente con altri il proprio dispositivo.
- Aumenta l’indifferenza sulla sicurezza: la sicurezza scivola al quinto posto, dietro a marca e sistema operativo, nella classifica dei fattori che influenzano la #GenMobile nelle scelte d’acquisto di nuovi dispositivi. Quasi 9 intervistati su 10 (87%) affermano che il reparto IT si incaricherà della loro sicurezza; circa un terzo (31%) ha perso dati a causa di un utilizzo scorretto del dispositivo mobile.
Dai dati italiani scopriamo che, a causa dell’uso improprio del dispositivo mobile, il 35% ha perso informazioni o dati personali e l’8% ha perso dati di carattere finanziario della propria organizzazione. Nella decisione di acquisto di un nuovo dispositivo la sicurezza è al terzo posto dopo sistema operativo e costo. Il 91% ritiene che il reparto IT della propria azienda abbia attuato misure adeguate per proteggere device e applicazioni, l’88% si affida a esso per la protezione dei dati personali.
Vince il fai da te: più della meta (56%) degli intervistati dichiara di essere disposto a disobbedire al proprio responsabile per completare un progetto, un’altra metà (51%) dichiara che le tecnologie mobile permettono maggiore produttività e condivisione, oltre tre quarti (77%) sono disposti a risolvere in autonomia problemi tecnici. In Italia, resta elevata – anche se scende lievemente (47%) rispetto al dato globale – la percentuale di dipendenti disposta a disobbedire al proprio responsabile; il 54% dichiara che l’adozione di tecnologie mobile aumenta la produttività; il 72% ha gestito in autonomia questioni tecniche o ritiene di poterlo fare.
“I professionisti che appartengono alla #GenMobile sono flessibili, trasparenti e collaborativi, ben disposti ad aumentare la produttività e la crescita dell’impresa. Detto questo, sono dipendenti che non si fanno problemi a condividere i dati aziendali e non si preoccupano della sicurezza”, sostiene Ben Gibson, CMO di Aruba Networks.
Tale studio ha evidenziato che il rischio fa sempre più parte della cultura aziendale, oltre ad una forte disparità fra diversi settori, persone e Paesi rispetto all’utilizzo dei dispositivi mobili e dei dati:
Le differenze in settori diversi
- I dati persi nel settore finanziario: il 39% degli intervistati che operano nella finanza ammette di aver perso dati aziendali per l’utilizzo improprio dei dispositivi mobili, una percentuale maggiore del 25% rispetto alla media degli altri settori. Il settore Pubblico (esclusa l’Istruzione) presenta i rischi minori per la perdita e il furto di dati.
- I rischi maggiori sono nell’hi-tech: i dipendenti di aziende tecnologiche sono quasi due volte (46%) più propensi di quelli che operano nella sanità o nell’istruzione a rinunciare alle password che proteggono i loro dispositivi se richiesto dall’IT.
- Gli insegnanti a lezione di sicurezza: secondo la ricerca, gli educatori sono più propensi (28%) a conservare le password su supporti cartacei rispetto ai dipendenti del settore hi-tech. Gli insegnanti hanno ottenuto il punteggio più basso rispetto agli altri settori sulle abitudini di protezione degli smartphone con password personali.
I rischi affrontati da ciascuno
- Gli uomini sono più esposti al furto di dati: sono gli uomini (20%) la categoria più a rischio per la perdita dei dati personali o di clienti a causa dell’utilizzo scorretto dello smartphone, hanno il 40% di possibilità in più delle donne di cadere vittima del furto d’identità.
- I dipendenti più giovani possono creare problemi alla sicurezza dell’azienda: gli intervistati sopra i 55 anni hanno la metà delle probabilità di essere vittima del furto di identità o di perdere dati personali e di clienti in confronto ai dipendenti più giovani. La fascia di età più esposta alla perdita di dati e al furto di identità è quella dei dipendenti che hanno tra i 25 e 34 anni.
- Più alti sono gli stipendi maggiori sono i rischi: i dipendenti che guadagnano più di $60K hanno più probabilità rispetto ai dipendenti che guadagnano meno di $18K di perdere i dati finanziari dell’azienda e sono più portati (20%) a perdere i dati personali per l’utilizzo improprio o il furto del dispositivo mobile. Per quanto concerne la condivisione delle password dei dispositivi, la percentuale dei dipendenti che guadagnano più di $75K è tre volte più disposta a concedere le password rispetto ai colleghi che guadagnano meno di $18K.
Mappa dell’andamento dei rischi nel mondo
- Grossi rischi, grande crescita: i paesi più a rischio sono Cina, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti (UAE), in quanto considerati mercati emergenti ed in forte crescita.
- L’occidente si sta muovendo in sicurezza: in tal senso, i Paesi meno a rischio sono quelli dei mercati occidentali tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Svezia.
Le aziende faticano ad adattarsi
Tale ricerca evidenzia come le aziende non siano preparate a ciò che le attende, poiché più di un terzo (37%) non possiede alcun tipo di policy di base per i dispositivi mobili – in Italia è il 38%. Quasi un quinto (18%) dei dipendenti non protegge i dispositivi personali con password – in Italia il 10% utilizza la stessa password per accedere a qualsiasi dispositivo, dai siti alle applicazioni web – cosa che fa ritenere che i dipendenti non siano protetti da una strategia basica in tema di sicurezza.
Secondo Aruba Networks, se le aziende gestissero in modo strategico le questioni riguardanti la sicurezza, con soluzioni flessibili, potrebbero sfruttare l’approccio della #GenMobile orientato alla condivisione delle informazioni per guidare l’innovazione dell’impresa.
“Le aziende dovrebbero impegnarsi a costruire un ambiente di lavoro sicuro e funzionale per tutti i dipendenti piuttosto che pensare a limitarli. I comportamenti a cui tendono i dipendenti della #GenMobile sono sempre più presenti nelle imprese, portando con sé diversi rischi” sostiene Gibson.
“Nella realtà iper-connessa in cui viviamo le aziende devono coltivare la creatività e ridurre al minimo i rischi derivanti dalla perdita di dati e informazioni. E portare i dipendenti ad avere un atteggiamento responsabile verso la connettività e la sicurezza dei dati, individuando le preferenze dei singoli lavoratori ai diversi livelli in base a differenti contesti al fine di realizzare un’infrastruttura sicura intorno a loro”.
Quali rischi stai correndo
Sulla base dei dati raccolti, Aruba Networks ha realizzato il Security Mobile Risk Index a cui possono accedere le imprese per confrontare il livello di sicurezza in ambito mobile con altre aziende di settori e Paesi diversi.