Maire Tecnimont è un rinomato gruppo societario italiano presente in tutto il mondo, che opera in diversi settori: ingegneria, tecnologia ed energia per la realizzazione di megaimpianti per la trasformazione delle risorse naturali (leader internazionale nel settore degli idrocarburi, vale a dire petrolchimico, fertilizzanti, e oil & gas). Con la propria controllata NextChem, il Gruppo e’ attivo anche nello sviluppo di tecnologie per la transizione energetica ovvero il passaggio dall’utilizzo di fonti non rinnovabili a fonti rinnovabili.
Il progetto imprenditoriale che ha portato alla costituzione del Gruppo Maire Tecnimont deve le sue origini alle grandi acquisizioni di Maire Engineering (già “Fiat Engineering”) nel 2004 e di Tecnimont (Gruppo Edison) nel 2005. Dal 2007 il Gruppo Maire Tecnimont è quotato alla Borsa italiana. Le origini di Maire Engineering risalgono agli anni ’30 del secolo scorso, con la costituzione della divisione costruzioni e impianti del gruppo FIAT, attiva nel settore della progettazione e realizzazione degli stabilimenti industriali.
Tecnimont nasce, invece, come divisione di ingegneria e sviluppo del gruppo Montedison, a seguito della fusione tra Edison e Montecatini (un pilastro storico dell’industria chimica italiana). Nella forma che attualmente conosciamo, e dal 2016 ha avviato una nuova fase orientata alla trasformazione digitale dei suoi processi produttivi e all’apertura verso nuovi business come le energie rinnovabili e la chimica verde.
Con la convinzione che il segreto del successo di un’industria sia racchiuso nell’innovazione continua, Fabrizio Di Amato, Presidente del gruppo Maire Tecnimont ha finanziato la cattedra di Open Innovation all’Università Luiss Guido Carli di Roma. Il Rettore Andrea Prencipe, insieme ad Henry Chesbrough, direttore del Garwood Centre for Corporate Innovation dell’università della California a Berkeley, si sono uniti per creare un nuovo progetto insieme. L’Open Innovation rappresenta una nuova frontiera del fare azienda, una visione in cui tutti gli attori sono coinvolti in un processo continuo che vede la simbiosi di figure interne ed esterne. Ogni professionalità potrà arricchire il patrimonio aziendale; si potrà contribuire ad una pluralità di vedute che darà vita ad aziende innovative che non si muoveranno più sui vecchi binari dell’economia aziendale.
“L’elemento di differenziazione fondamentale tra l’Open Innovation e altre forme di collaborazione per l’innovazione” ha evidenziato il Rettore della Luiss Prencipe, durante l’inaugurazione della cattedra “risiede nella ricerca di partnership non ovvie che possano quindi offrire conoscenze, idee, competenze, informazioni non convenzionali, inaspettate, impensate ed a volte impensabili”. L’insegnamento, ad opera del professor Chesbrough, è stato solo uno degli step formativi; in realtà è già in valutazione un progetto di ricerca sull’analisi dei principi alla base della disciplina. Le aziende che opereranno secondo i principi dell’Open Innovation, saranno destinate a differenziarsi sul mercato come protagonisti di innovazione e a perseguire obiettivi altamente sfidanti in ambito economico e sociale. L’Open Innovation può rappresentare un punto di ripartenza per tante aziende che dovranno fare i conti con la crisi che stiamo attraversando, decisamente un ventaglio di frecce al proprio arco da non sottovalutare.