C’è una linea sottile fra l’oggettività e la soggettività e tale linea è cosi labile da crollare il più delle volte a favore di quest’ultima, nell’ambito videoludico poi tale affermazione è cosi ovvia da farmi paradossalmente spendere qualche parola in più sul concetto, ma non è di certo questo il tempo o il luogo adatto…e invece si diamine! si parla di quel dannato capolavoro che fu Tomb Raider, si avete capito bene…il capostipite della serie.
Da questo parto made in CORE/EIDOS (che girava, pensate un poco ancora sotto DOS…tanta roba), han preso spunto tante di quelle software houses moderne che se ne perde il conto, finendo col plagiare persino se stesso (Il remake del 2013, ottimo titolo tra l’altro).
In tale recensione sarò GIOCO FORZA assolutamente di parte. E sottolineo che spesso ciò che ci piace è influenzato più dal particolare “momento” storico di ognuno di noi quanto dal reale valore di ciò che analizziamo.
Indice
Tomb Raider è stato però a detta della critica MONDIALE un assoluto capolavoro pur non essendo affatto privo di difetti.
Il primo della lunghissime serie di titoli dedicati alla procace archeologa si presentava in modo totalmente nuovo e allo stesso tempo in modo acerbo e piuttosto spoglio, l’enviroment è molto asettico e le texure erano per lo più slavate e prive di una vera personalità.
La fortuna del titolone in questione però fu quella di nascere in un momento di transizione molto netto nell’evoluzione del videogaming. Si stava, con incedere lento, passando dall’onnipresente 2d ed i suoi giochetti prospettici (Doom ne è il chiaro esempio: sparate ad un nemico e poi provate a girarci attorno :P) ad un timido accenno al 3D, molto spesso con scarsissimi risultati.
Girava su render software, ma poco più tardi, grazie all’avvento delle prime gpu discrete (voodoo Rush/Graphics), si meritò una patch video di upgrade.
Curiosità: va fatta menzione di una patch amatoriale che girava per il web all’epoca che permetteva di “spogliare” lara della maglietta e di giocare con la nostra seminuda e godere delle sue grazie. 😛 il titolo prese scherzosamente il nome di “Nude Raider”.
Come un fulmine a ciel sereno arriva lui sui nostri pc. Ricordo di essermi trovato a casa del mio migliore amico che aveva ricevuto in casa quella “bestia” di PENTIUM 100 MHZ con su quella meraviglia (molti lo rimpiangono ancora) di Windows 95.
Al boot del gioco ci apparve, dopo il filmato iniziale che introduceva rigorosamente in inglese (all’epoca lo masticavamo appena) l’antefatto della vicenda.
Los Alamos: New Mexico, da una eruzione di un vulcano viene sputata fuori una capsula al cui interno si intravedono le fattezze di un ominide. Giorni nostri…un mercenario al soldo di una odiosissima manager, Natla della “Natla Technologies”, vi ingaggia per recuperare dalla Tomba di Qualopec in Tibet un antichissimo manufatto (lo SCION) che si dice portasse immenso potere a chi riuscisse a possederlo ed usarlo.
Realizzazione tecnica
Entrando nell’azione ci si para davanti una fuidità ed un controllo senza precedenti per l’epoca: lara salta in avanti, indietro, lateralmente, fa capriole per girarsi di scatto, volteggia su sentieri scoscesi, si aggrappa, si arrampica, si tuffa, nuota…una libertà senza precedenti.
La complessità poligonale tuttavia rasentava lo zero e i volti erano mestamente impiallacciati su un manichino, ma allo stesso tempo la complessità del titolo regalava un’immersione nella narrazione impossibile da ottenere per gli impersonali (quasi tutti) titoli a scorrimento laterale/2D che si limitavano alla narrazione scritta in fase di prologo/epilogo (piuttosto asettico non trovate?).
Sonoro: il gioco non brillava certo per Sfx e musiche durante la partita, anzi…il più delle volte un sottofondo musicale era del tutto assente (palese è l’esempio dei primissimi livelli fino alla lost valley) e i colpi di pistola/fucile erano appena sufficienti a rendere l’idea. INDIMENTICABILE però il main theme iniziale che ha fatto storia!
Lacrimoni a gogo
Il personaggio: Lara fu una rivoluzione non solo per la realizzazione tecnica in se, ma anche e soprattutto per il fatto che era una delle rare volte in cui veniva imposto dai programmatori l’utilizzo di un protagonista donna, troppo spesso relegata a ruoli di comprimario, oggetto del desiderio o al massimo come scelta per un “player 2” eventuale. Insomma…parliamo di una rivincita del gentil sesso, che oltre a farsi protagonista ne dava anche di santa ragione ai rambo di turno. (eh si, anche nel gaming vi era e vi è ancora, seppur in misura assai inferiore, una forte componente maschilista).
Va da aggiungere che Lara non parla mai nel primo episodio, come spesso accade in molti titoli (Dead Space lo testimonia), ma dai capitoli successivi diventerà una gran chiacchierona…anche se noi giocatori maschietti ci siamo più volte soffermati su altre “doti” della nostra Lara per notarne effettivamente la mancanza 😀
Tornando a ciò che dicevo all’inizio di quest’articolo aggiungo che solo l’ascoltare la main track mi riporta alla mente ricordi che pensavo di aver rimosso per sempre…ed invece eccolo la…un pezzo della mia vita che riaffiora e la lacrimuccia che scende lungo il viso…
Cosa molto curiosa ma che avvalora questa tesi è che rigiocando ho rifatto LE STESSE MOSSE E PERCORSI che facevo quando da pargolo mi ci dedicavo, pur non avendo giocato per anni ed avendone apparentemente dimenticato ogni angolo…
Tornando a noi e con i piedi per terra vi consiglio di rigiocare al titolo con occhio assolutamente critico, ma lontano dai dettami della presente generazione di giochi. Tomb Raider va preso cosi com è e amato o odiato da subito. Non posso che consigliarne l’acquisto a tutti, soprattutto date le offerte di steam e del recente Eidos Anthology pack, che per soli 30.99 ci da accesso a TUTTA la saga di tomb raider, hitman, legacy of kain e deus ex.
Tempo di scaldare il nostro DOSBOX signori e…di recuperare il nostro album di famiglia 😛
Buon retrogaming a tutti!